Brioche e cappuccino per gli
stakanovisti di Ferragosto
Colazione offerta dall'azienda ai cento operai al
lavoro nonostante la festività. "Se non ci fossimo stati noi oggi a fare
manuntenzione lunedì la fabbrica non avrebbe ripreso l'attività"
di Francesco Dal Mas -15 agosto 2015 (La tribuna di Treviso)
SUSEGANA.
La prima volta di un ferragosto in fabbrica. Brioche e cappuccino non
potevano proprio mancare. Li ha offerti l'azienda agli stakanovisti di
questo singolare sabato di straordinario, a Susegana. Una ressa di
giornalisti (ben 13) ha accolto gli operai al termine del turno, a
mezzogiorno. "Eravamo circa 60 sulla linea 4 - conferma Fabio
Prezzavento, operaio di origine siciliane, iscritto alla Fim Cisl di
Treviso, "Con gli addetti alla linea 6 e i colleghi di supporto
probabilmente eravamo un centinaio, come aveva anticipato l'azienda".
"Per la verità, se noi della manutenzione non ci fossimo stati questa
mattina", puntualizza un operaio d'origine balcanica, "lunedì mattina la
fabbrica non sarebbe in grado di riprendere. E se volete - si è rivolto
ai giornalisti ridendo - adesso posso andarmene al mare".
L'Electrolux
di Susegana riprenderà lunedì, a ranghi compatti, due turni di 8 ore
l'uno, dopo i due mesi di ferie scaglionate. Tra i primi ad uscire è
stato un indiano. "Oggi ho lavorato per la mia famiglia ma anche per
l'azienda e per il governo. Per pagare le tasse". L'africano, che al
buio del mattino è entrato nello stabilimento coprendosi la testa con la
giacca, si è ripetuto uscendo, senza togliersela, nonostante che i
cameraman lo rassicurassero: "Non c'è nulla di cui vergognarsi". Subito
dopo esce un'operaia che tranquillizza: "Qui è libero. Non lavoriamo
mica con il burqa". Soddisfatti marito e moglie per la mattinata in
linea: "Abbiamo deciso di passare il ferragosto in fabbrica,
considerando tutte le auto e le code per muoversi oggi. Ci hanno offerto
brioches e cappuccino, meglio di così non poteva andare". Nessun timore
di dichiararsi da parte del cislino Prezzavento, ultimo tra le ultime
tute blu a lasciare lo stabilimento: "Coi tempi che corrono ho deciso di
venire qui oggi anche se non è stato facile in una giornata come questa,
immaginando alla gente al mare o in montagna ma il mio pensiero è andata
a tutti coloro che cercano lavoro, che non hanno un lavoro o che sono
stati licenziati, è anche per loro che sono qui. Oggi, in linea 4,
abbiamo confezionati 500 frigoriferi quindi non è andata buca, come
qualcuno temeva".
Il Ferragosto in fabbrica era stato richiesto dalla Electrolux di
Susegana, per sfornare 530 frigoriferi, sulle linee 4 e 6. Fra i primi
ad arrivare alle anche il capo dello stabilimento, l’ingegner Carlo
Vanni. Per metà immigrati e per metà italiani, gli operai che hanno
aderito; consistente la quota di sindacalizzati, specie tra gli
stranieri, soprattutto tessera Fiom. Un terzo le donne.
I primi
operai sono arrivati per tempo, le 5 erano trascorse da pochi minuti.
Hanno trovato le telecamere ad attenderli. Alla domanda perché avesse
scelto diversamente di quanto indicato dalla Fiom, un operaio risponde:
"Io non sono iscritto al sindacato e, comunque, sono qui da volontario,
non da comandato. Finchè c’è lavoro bisogna approfittarne o no?”. “Sono
iscritto alla Fiom” confida, sorridente, un senegalese mentre entra
velocemente. “Ho bisogno di lavorare”.
“Sono
iscritto alla Fiom”, confessa un lavoratore originario della Costa
d’Avorio. “Questi 70 euro mi stanno davvero bene, tengo famiglia, come
dite voi”. “Via le telecamere – chiede un’impiegata (questo, almeno, il
suo aspetto) – rispettate la privacy, la nostra libertà… La libertà di
essere qui”. Non c’è nessun picchetto sindacale, ai cancelli. Non ci
sono delegati a inalberare cartelli, ad inscenare proteste. “I conti con
l’azienda li faremo nei prossimi confronti, a fine mese, sui sabati di
straordinario, da concordare da settembre”, ci avevano anticipato ieri i
delegati. “Bisogna produrre, non c’è altro da dire e da fare”, sospira
un africano, anche lui con tessera Fiom. Le più silenziose, quasi mute,
sono le donne. Procede, a passo svelto, quando manca un quarto alle 6,
un gruppetto di tre lavoratori. “Siamo tutti di ditte esterne”,
confidano, certificando come per il gigante del freddo sia stato
complesso organizzare il ferragosto in fabbrica.
A presidiare l'entrata dello stabilimento oggi alle 6 c'era anche una
pattuglia dei carabinieri, poichè erano stati paventati picchetti e
tensioni ai cancelli. Ma tutto è filato senza disordini. |