Electrolux, la crisi non c’è più: via i
contratti di solidarietà
Lo stabilimento Electrolux di Susegana (1.100 dipendenti. di cui 950
operai) ha lavorato anche il 15 agosto. Ulteriore dimostrazione che
siamo oltre l'apparente crisi affrontata a cavallo del 2013/2014. Da
maggio 2015 lo stabilimento lavora a 2 turni di 8 ore, oltre a tutti i
sabati in regime di straordinario obbligatorio. Recenti dichiarazioni
aziendali lasciano intendere che anche per i prossimi mesi non si
escludono ulteriori richieste di sabati lavorativi. Esigenze di mercato.
L'azienda li definisce picchi, ma la durata prolungata, oltre 5 mesi e
una previsione di consolidamento delle quantità anche per il futuro,
fanno ritenere che siamo in presenza di una crescita strutturale,
accompagnata da una naturale variazione stagionale delle vendite,
presenti nella stagione calda. Variazioni sempre avvenute nella storia
della produzione del frigorifero. A questo punto l'uso della
solidarietà, ammortizzatore sociale a carico dello Stato, nei tempi, nei
modi e nella forma utilizzati all'Electrolux di Susegana, appare uno
strumento improprio di risposta alla flessibilità utilizzata per seguire
le variazioni del mercato. Flessibilità che rientra nel rischio proprio
d'impresa. Gli stessi presunti esuberi d'organico tra gli operai (oltre
250) denunciati da Electrolux nel maggio 2014, per giustificare e
ottenere le concessioni dal Governo italiano e dai principali sindacati
nell'uso degli ammortizzatore sociali, sono frutto di una condizione di
crisi evidentemente superata. I più critici dicono che per lo
stabilimento di Susegana in verità non sia mai esistita. La
dimostrazione più evidente è nell'uso congiunto dei "riduttori impropri
del rischio d'impresa" - mobilità volontaria, solidarietà,
straordinario, linee a produzione ridotte - si manifesta nelle catene di
montaggio, dove coesistono nei giorni feriali linee ferme o a regime
ridotto per carenza di operai e lo straordinario di sabato, per
raggiungere i livelli di produzione programmati. Saltuariamente, per
centrare l'obiettivo, si aggiungono anche ore notturne in straordinario
produttivo. Tale paradosso è assurto a rilevanza nazionale, per
l'evidenza mediatica del sabato festivo lavorato il 15 agosto in
un'azienda considerata in crisi. Era l'unico sabato non concordato con
il sindacato. I sabati di straordinario dei mesi passati e i futuri già
programmati, sono stati contrattati e resi obbligatori per gli operai,
in virtù di specifici vincoli contrattuali. E' tempo che Istituzioni e
Parti Sociali aggiustino queste contraddizioni. Nell'immediato serve
contenere lo straordinario a favore di soluzioni occupazionali
eventualmente innovative come l'utilizzando di lavoratori di aziende in
crisi del territorio (ipotesi già suggerita dalla RSU -sindacato di
fabbrica - a maggio e ripresa in questi giorni da autorevoli
stakeholders), integrando temporaneamente l'organico, al fine di mettere
subito a regime le linee di produzione, in relazione al protrarsi del
positivo andamento di mercato. La resistenze aziendali su questo punto
non ha più ragioni logico oggettive. Pertanto al contempo è necessario
investire i Ministeri competenti e le Organizzazioni sindacali
nazionali, per registrare l'avvenuto positivo mutamento di scenario
industriale dello stabilimento di Susegana, superando i contratti di
solidarietà difensivi. Ammortizzatore, questo, utile in tempi di crisi.
Con investimenti, impegno nell'innovazione industriale di prodotto,
processo e ovviamente per l'apprezzamento dei clienti sul mercato, la
crisi nello stabilimento non c'è più. Augustin Bruno Breda Delegato Fiom
18 agosto 2015 |